Notizie:
- Le attività sino-britanniche dopo la Brexit
- La Convention democratica
- Anche i repubblicani per Glass-Steagall
- In Nord America si ritorna al nucleare
- Le relazioni Usa-India sul fronte della Difesa
- I sauditi vogliono comprare i russi sulla Siria
- La Cina produrrà cellulari in India
Le attività sino-britanniche dopo la Brexit
(di Paolo Balmas) Il nuovo Cancelliere dello Scacchiere britannico,
Philip Hammond, ha intrapreso un confronto con Pechino per stipulare un
accordo di libero scambio che permetterà un più facile accesso nella
City alle banche e alle imprese cinesi.
In un intervento rilasciato alla Bbc, il Cancelliere ha dichiarato che è
ora di considerare nuove opportunità, fra cui un legame più stretto con
la Cina, che è fra i maggiori investitori diretti in Gran Bretagna.
Il Ministro del Commercio cinese aveva già detto il giorno prima che
Pechino è interessata a raggiungere tale accordo.
Ciò permetterà ai prodotti cinesi di diffondersi con più facilità nel
mercato britannico e, nel verso opposto, abbatterà le barriere che oggi
ancora impediscono l’espansione dei servizi finanziari e assicurativi
britannici in Cina.
Hammond, inoltre, ha constatato che ora che Londra non è più parte
dell’Ue, sarà molto più facile consolidare i rapporti con i paesi non
europei.
Un trattato di libero scambio fra Londra e Pechino implicherà un
riconoscimento della Cina come economia di mercato, uno dei punti che
metteva più in opposizione la capitale britannica a Bruxelles, la quale
da parte sua continua a sostenere l’inadeguatezza della struttura
economica cinese rispetto alle esigenze e agli standard dell’Unione.
Al di là del libero scambio, gli investimenti cinesi in Gran Bretagna
continuano senza troppe preoccupazioni per la Brexit. Infatti, la Cina
finanzierà un progetto di ricerca per la realizzazione di aerei
utilizzando il grafene, già definito il materiale del futuro.
Il Beijing Institute of Aeronautical Materials e il National Graphene
Institute dell’università di Manchester, stanno per intraprendere il
progetto che avrà una durata di cinque anni. L’obiettivo è la
creazione di componenti in grafene per aerei.
Questo materiale, più leggero e più resistente dei metalli attualmente
impiegati, permetterà agli aerei di viaggiare a una quota più elevata e
a una maggiore velocità, utilizzando meno carburante.
Un obiettivo di lungo termine è di sostituire con il grafene la fibra di
carbonio, che costituisce il materiale più impiegato negli aerei. La
ricerca potrà avere ripercussioni anche nel settore dei treni ad alta
velocità.
In Italia operano alcune delle imprese più all’avanguardia per la
produzione e il trattamento del grafene.
La Convention democratica
(di Andrew Spannaus) All'apertura della Convention democratica la
situazione non sembra proprio rosea per Hillary Clinton. Donald Trump ha
avuto il consueto rimbalzo ("bump") dopo la Convention repubblicana,
portandolo addirittura in testa in alcuni sondaggi. Adesso tocca a
Hillary, che dovrebbe ricevere un rimbalzo anche lei dopo questa
settimana, ma se il distacco tra i candidati rimarrà sotto i 3-4 punti
nel prossimo periodo, la dinamica della corsa sarà ben diversa da quella
attesa dai molti esperti che si aspettano una netta vittoria democratica.
Nei giorni tra le due Convention ci sono stati vari sviluppi importanti,
che meritano di essere commentati.
Tim Kaine candidato vicepresidente
Alla fine Hillary Clinton ha scelto come candidato vice un politico che
assomiglia molto a lei: progressista sui temi come i diritti civili e le
armi, e centrista sui temi economici. Tim Kaine, ex governatore e ora
senatore della Virginia, ha un passato interessante: volontario con i
missionari gesuiti in Honduras da giovane, e poi avvocato che difendeva il
diritto alla casa per i residenti neri di Richmond, la città ex capitale
degli stati secessionisti. Nel 1994 fu eletto sindaco della stessa città
e infine governatore dello stato.
E' sui temi della finanza che Kaine convince poco l'ala progressista del
partito, quella che si batte per le istanze anti-Wall Street portate
avanti da Bernie Sanders e Elizabeth Warren. Come presidente del partito
democratico (Democratic National Committee - DNC) dal 2009 al 2011 ha
dovuto passare molto tempo a chiedere contributi alle grandi società e ai
donatori facoltosi. Questo sembra averlo portato ad avere un atteggiamento
morbido verso il mondo della finanza, visibile appena pochi giorni fa
quando ha aggiunto il proprio nome ad una lettera indirizzata alla Federal
Reserve chiedendo di esentare alcuni istituti finanziari importanti dalle
nuove regole a protezione dei consumatori. Evidentemente sapeva che questa
posizione non gli avrebbe bloccato la scelta come vice da parte di
Clinton.
A differenza della candidata invece, in politica estera è stato un forte
sostenitore delle iniziative recenti dell'Amministrazione Obama,
spendendosi parecchio per il passaggio al Senato dell'accordo diplomatico
con l'Iran.
Le dimissioni di Debbie Wasserman Schultz
L'attuale presidente della DNC è stata costretta invece ad annunciare le
proprie dimissioni in questi giorni. Dopo mesi di pressioni da parte di
Sanders e dei suoi sostenitori, Debbie Wasserman Schultz ha fatto
finalmente un passo indietro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è
stata la rivelazione di una serie di messaggi e-mail dimostrando
concretamente la preferenza della struttura del partito per Hillary,
mentre in teoria avrebbe dovuto essere neutrale. Questa posizione non era
una sorpresa, ma il mini-scandalo ha offerto l'occasione di compiere un
gesto di distensione verso i sostenitori di Sanders, giusto in tempo per
la Convention dove si spera di recuperare l'unità del partito.
Il dramma delle dimissioni è stato aumentato dalle accuse da parte di
alcuni politici ed esperti di cybersecurity che vedono la mano russa
dietro alle rivelazioni. Si teme che Putin o chi per lui abbia voluto
colpire Clinton per favorire Trump. Le opinioni dei tecnici non sono
concordi, ma intanto l'attenzione dedicata alle aperture di Trump verso
Putin continua a crescere.
Pur avendo affermato la propria imparzialità fino alle fine, subito dopo
l'annuncio delle dimissioni si è saputo che Wasserman Schultz diventerà
capo onorario della campagna elettorale di Clinton.
L'irrilevanza di Bloomberg
I media italiani hanno dato grande evidenza alla notizia che l'ex sindaco
di New York Michael Bloomberg intende appoggiare ufficialmente Hillary
Clinton. Questo dopo la sua decisione di qualche mese fa di non lanciarsi
in una campagna indipendente, tentazione ricorrente per il miliardario che
si vede come il potenziale salvatore del paese.
Il problema per Bloomberg, e per Hillary, è che questo endorsement vale
molto poco. In un anno dominato da una rivolta degli elettori a destra e a
sinistra contro i candidati preferiti dall'establishment, quanta influenza
può avere uno che si presenta come un bravo tecnico, progressista su
alcuni temi sociali ma decisamente conservatore sui temi economici e
dedito al rigore dei conti pubblici?
Per entrambe le campagne, che hanno bisogno di convincere gli elettori che
segneranno una svolta rispetto a certi problemi del passato, l'appoggio di
Michael Bloomberg potrebbe essere visto più come una riaffermazione del
problema che non un aiuto effettivo per le elezioni di Novembre.
Anche i repubblicani per Glass-Steagall
(di Andrew Spannaus) Dopo l'inclusione nella piattaforma democratica del
ripristino della legge Glass-Steagall per separare le banche ordinarie
dalle banche speculative, ora la proposta è stata inserita anche nella
piattaforma repubblicana, dimostrando una convergenza destra-sinistra sul
tema che più di ogni altro scalda le anime nella rivolta
anti-establishment: i salvataggi bancari e il trattamento morbido
riservato per chi ha provocato la grande crisi economico-finanziaria
scoppiata nel 2008.
La piattaforma è un programma non vincolante per il candidato, ma
riflette gli equilibri nel partito e i temi che si utilizzeranno durante
la campagna elettorale. Il capo della campagna di Trump Paul Manafort ha
spiegato che si tratta di una strategia di contrasto proprio con Hillary
Clinton, fortemente criticata per la sua vicinanza al mondo della finanza.
"Crediamo che negli anni Obama/Clinton siano state varate norme favorevoli
per le grandi banche, il motivo per cui tutti i soldi di Wall Street vanno
a lei. Noi sosteniamo le banche piccole e Main Street [l'economia reale
delle aree locali]".
E' lecito dubitare che Manafort, lobbista di successo e consigliere di
quasi tutti i principali candidati repubblicani degli ultimi quarant'anni,
creda davvero nel ripristino della misura varata per la prima volta
durante la presidenza di Franklin Delano Roosevelt, ma questa mossa fa
capire la volontà della campagna di Trump di utilizzare il tema per
andare incontro al fermento anti-establishment tra l'elettorato.
I rappresentanti della finanza sono un po' sorpresi, in quanto
tradizionalmente il partito repubblicano ha lavorato per ridurre la
regolamentazione piuttosto che aumentarla. Un lobbista bancario citato dal
sito The Hill ha accusato Trump di una manovra squallida per recuperare un
po' di voti tra i sostenitori di Bernie Sanders.
In Nord America si ritorna al nucleare
(Transatlantico) Lo scorso venerdì 22 luglio 2016, il presidente Obama ha
incontrato il collega messicano Enrique Pena Nieto, per discutere del
futuro dei due paesi in ambito energetico.
Obama ha affermato che Usa e Messico sono entrambi proiettati al
raggiungimento delle condizioni necessarie per rispettare l’impegno
preso con l’accordo di Parigi durante la COP 21, sul finire del 2015.
Stati Uniti e Messico concordano, inoltre, sul fatto che l’energia
nucleare sia uno degli strumenti migliori per combattere il cambiamento
climatico.
A giugno scorso, durante l’incontro di Ottawa, i tre paesi del Nord
America hanno lanciato la sfida di produrre entro il 2025 la metà
dell’energia elettrica consumata sul continente, per mezzo di fonti che
non producano gas-serra. Fra queste, l’energia nucleare occuperà un
posto di primo piano.
Il prossimo autunno si riunirà per la prima volta il Us-Mexico Energy
Business Council per definire lo scambio di tecnologia nucleare civile fra
i due paesi.
Le relazioni Usa-India sul fronte della Difesa
(di Paolo Balmas) Il sottosegretario alla Difesa con delega alle
acquisizioni, alla tecnologia e alla logistica degli Stati Uniti, Frank
Kendall, insieme a una delegazione di rappresentanti dell’industria
militare americana, si recherà il prossimo 27 luglio 2016, a Nuova Delhi.
L’obiettivo della visita è di rivedere l’intero rapporto sui
trasferimenti di tecnologia militare e scoprire quali siano i nuovi
potenziali interessi delle parti.
Kendall è un alto funzionario del Pentagono e il responsabile per la
Defence Technology and Trade Initiative. Lo accompagneranno, fra gli
altri, i delegati di General Atomics, di Boeing e di Lockheed Martin.
La General Atomics mantiene rapporti con la marina indiana per la
fornitura di sistemi d’arma a pilotaggio remoto. Ma è anche molto
interessata al settore dell’energia nucleare civile del Subcontinente,
che è in pieno sviluppo. Infatti, produce sistemi di controllo delle
radiazioni, attualmente utilizzati in circa 120 centrali in tutto il
mondo.
La Boeing e la Lockheed Martin stanno cercando di aumentare i rapporti con
le forze armate indiane. La prima, che già produce in India componenti
per gli F-16 e gli F-18 Hornets, probabilmente offrirà la fornitura di
nuovi componenti; la seconda, invece, potrebbe ampliare il mercato degli
F-35.
I sauditi vogliono comprare i russi sulla Siria
(Transatlantico) Alla Russia conviene raggiungere un accordo per la
rimozione di Bashar al-Assad in Siria prima che sia troppo tardi, ha
affermato il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir in un'intervista
con il sito Politico. Per facilitare questo passo l'Arabia Saudita sarebbe
"pronta a dare alla Russia un interesse nel Medio Oriente che renderebbe
la Russia una forza maggiore rispetto ai tempi dell'Unione Sovietica".
Come esempi delle opportunità al-Jubeir ha parlato di accesso al mercato
del Consiglio per la Cooperazione nel Golfo e di "investimenti potenziali
che superano quelli della Cina".
Pur essendo noto che i russi non sarebbero contrari ad un accordo
negoziato che comporterebbe l'uscita di scena di Assad dopo un periodo di
transizione, pochi giorni dopo le dichiarazioni del diplomatico saudita il
ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha stigmatizzato ancora chi
persegue la politica del cambiamento di regime, ricordando anche le
modalità dell'estromissione di Saddam Hussein e dell'uccisione di Muammar
Gheddafi.
Intanto proseguono le discussioni tra gli Stati Uniti e la Russia per
definire quali gruppi sono da considerare terroristi o meno in Siria, per
poter dare il via alla campagna coordinata di attacchi aerei contro le
forze di Jabhat al Nusra.
Dentro l'Amministrazione Obama questa collaborazione con la Russia sta
provocando opposizioni in modo particolare dalla Cia, secondo alcuni
resoconti, che a differenza del Pentagono nega l'accusa rivolta ai ribelli
nella città di Aleppo di essere legati ad al Nusra.
La Cina produrrà cellulari in India
(Transatlantico) Zopo, il produttore cinese di smartphone, si appresta a
investire circa 15 milioni di euro per dare inizio alla costruzione di un
impianto di produzione in India.
Il direttore di Advantage Computers (AdCom), Sanjeev Bhatia, che
rappresenta Zopo in India, ha dichiarato che l’obiettivo è di vendere
100.000 unità al mese.
Il mercato di riferimento è il sud dell’Asia: India, Bangladesh, Nepal,
Sri Lanka e Pakistan.
Esiti delle elezioni presidenziali negli Stati UnitiIntervento di Andrew Id.Informazione: 0870000100 Segnalazioni Data Inserimento: 29/11/2016 Anteprima grandi progetti
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Acciaio: bassa crescita e oversupply
La performance del settore dell’acciaio a livello mondiale nel 2012 è stata debole a causa del rallentamento dell’economia globale e caratterizzata da andamenti difformi per aree. La dinamica mostra una lieve accelerazione nei primi 8 mesi del 2013, che registrano un incremento della produzione mondiale del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Nel 2012 il continente asiatico ha registrato una crescita della produzione del 3%, superando il miliardo di tonnellate metriche (circa il 65% della produzione mondiale).
Negativa la performance dell’area europea con una contrazione dei volumi prodotti nel corso del 2012 del 4,5%, prevalentemente a causa della profonda crisi dei settori a valle (in particolare automotive e costruzioni).
Le principali criticità del settore sono il non pieno sfruttamento della capacità produttiva (overcapacity) e l’eccesso di offerta rispetto a condizioni di domanda ancora deboli (oversupply).
Dal punto di vista delle aziende del settore, la volatilità del prezzo degli input e la flessione dei prezzi finali hanno avuto tre ordini di implicazioni: i) riduzione dei margini di profitto, ii) mancati investimenti in nuovi impianti, iii) razionalizzazione dei processi produttivi e integrazione verticale (in particolare attraverso attività di M&A).
L’outlook del settore nel medio termine è moderatamente positivo (la produzione dovrebbe registrare un incremento del 2,9% nel periodo 2013-2018), sebbene permangano fattori d’incertezza legati alle criticità dei singoli mercati.
Per accedere al documento completo fare click qui.
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A cura dell’Ufficio Studi Economici Tiziano Spataro, analista responsabile del desk Settori, con la collaborazione di Ludovica Matarazzo. |
ALGERIA Il partito di governo FLN punta a candidare il presidente Bouteflika alle prossime elezioni presidenziali di aprile 2014.Nonostante l’assenza di alcuni mesi a causa delle condizioni di salute, il ritorno di Bouteflika a settembre è stato segnato da un rimpasto di governo e da misure volte a riaffermare la sua presa sulla politica algerina. La frammentazione politica (oltre 100 partiti presenti nel paese) potrebbe favorire la rielezione del presidente già settantaseienne per un quarto mandato consecutivo. ANGOLA Il Presidente Dos Santos ha annunciato che nel 2013 il paese crescerà in termini reali del 5,1%, contro il 7,1% previsto in precedenza. I fattori che hanno causato il rallentamento sono la crescita nel settore oil, inferiore alle attese, la siccità che ha ridotto la produzione agricola, e la debolezza dei mercati globali. Anche gli investimenti pubblici si sono rivelati inferiori alle attese e l’emissione di Eurobond per 1 miliardo di dollari (destinati a finanziare nuove infrastrutture), inizialmente programmata per quest’anno, slitterà al 2014. Segnali positivi arrivano però dall’inflazione ai minimi storici (8,9% anno su anno), dalleriserve valutarie in aumento (USD 33,4 miliardi a ottobre) e dalla stabilità del tasso di cambio. AZERBAIJAN Le elezioni presidenziali sono state dominate dal caso della Commissione Elettorale Centrale che ha emanato i risultati elettorali un giorno prima del voto, attribuendo al presidente uscente Ilham Aliyev il 73% dei voti. L’accaduto è stato giustificato dalla Commissione come un test sul sistema di conteggio dei voti. I risultati ufficiali hanno riconosciuto al Presidente una quota di voti dell’85%, con il principale rivale fermo a meno del 6%. L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha definito le elezioni come manchevoli delle minime regole di competizione democratica, segnalando casi di detenzione, di attacchi fisici e di pressioni subite dai giornalisti, giudicando la tornata elettorale in maniera totalmente negativa. CONGO, REPUBBLICA DEMOCRATICA Il Primo Ministro Augustin Matata Ponyo, vista la stabilità del franco congolese negli ultimi anni (attorno ad un tasso medio di 917 per dollaro) ha proposto di adottare la valuta locale nella tassazione del settore minerario, al fine di ridurre l’uso corrente del dollaro. Il governo sta cercando di aumentare gli introiti fiscali stimolando la crescita del settore minerario e aumentando le quote di partecipazione statale nei nuovi progetti. Nonostante la stabilità della valuta locale, i maggiori dubbi sulla proposta governativa riguardano la liquidità dei mercati valutari, fattore che potrebbe spingere le compagnie minerarie ad opporsi alla misura. IRLANDA Il governo ha scelto di alleggerire la manovra di rientro dal debito prevista per il 2014 (pari ora al 124% del PIL),ristrutturandola e rendendola più growth friendly. Questi cambiamenti comporteranno un aumento del PIL del 2%, (contro l’1,8% stimato con la manovra precedente). Il nuovo piano, che prevede sempre un consolidamento per EUR 3,1 miliardi, riduce i tagli strutturali di 0,6 miliardi, compensandoli con manovre temporanee aventi minori effetti depressivi sulla crescita, e consentirà comunque al paese di centrare l’obiettivo di deficit stabilito al 4,8% del PIL (7,3% nel 2013). Il governo appare al momento intenzionato ad uscire a metà dicembre dal programma di salvataggio, senza cercare nuove estensioni o linee di credito. MAROCCO Il governo ha sottoscritto coperture finanziarie con l’acquisto di opzioni call sul diesel europeo. L’utilizzo dei derivati mira a limitare ripercussioni sociali nel caso in cui i prezzi internazionali del greggio dovessero presentare rialzi straordinari. L’operazione segue la riduzione dei sussidi sui derivati del petrolio richiesta dal FMI, che ha causato incrementi dei prezzi al consumo fra il 5% e l’8%. Il governo si è rivolto alla Banque Marocaine du Commerce Exterieur che, successivamente, si è riassicurata con Barclays, City e Morgan Stanley per un valore di circa USD 50-60 milioni. Si tratta del primo caso di copertura sui corsi del petrolio da parte di un governo importatore. MONTENEGRO Dichiarata la bancarotta dell’industria dell’alluminio KAP i cui debiti ammontano a EUR 459 milioni equivalenti al 10% del PIL montenegrino. L’export dell’impresa costituiva da solo il 30% dell’export totale montenegrino e la sua produzione il 4,7% del PIL del paese nel 2012. Sebbene il Fondo Monetario Internazionale spinga per una liquidazione degli assets aziendali, il governo è intenzionato a trovare un compratore al fine di tutelare i 700 impiegati (a luglio erano 1200), che ne fanno la maggiore impresa del paese per numero di dipendenti. I principali creditori dell’azienda sono lo stato del Montenegro ed il gruppo russo Deripaska, il quale ha annunciato che richiederà compensazioni per un miliardo di euro ricorrendo ad un arbitrato internazionale. MYANMAR Negli ultimi giorni il paese è stato colpito da una serie di attacchi terroristici di matrice ignota, con esplosioni di modesta entità causate da ordigni artigianali, per lo più in alberghi e altre strutture commerciali o di pubblico interesse. Il numero delle vittime è stato contenuto e, molto probabilmente, il reale intento dei terroristi era di generare insicurezza in vista dei Giochi del Sud Est Asiatico (che il paese ospiterà nel prossimo dicembre) e del turno di presidenza dell’ASEAN nel 2014. Restano ignoti i responsabili degli attentati (le ipotesi indicano i vari gruppi ribelli del paese, l’opposizione o - addirittura - le stesse forze armate nell’intento di acquisire maggior rilevanza) e si temono altre azioni, specialmente nel distretto finanziario di Yangon. PERÙ L’istituto nazionale di statistica ha diffuso i dati sulla performance del settore minerario, che nel mese di agosto ha registrato un aumento a/a della produzione dell’1,34% (+7,9% rispetto al mese di luglio). Il comparto estrattivo, che pesa per più del 50% sull’export complessivo del paese, rappresenta il motore della crescita economica del Perù. La crescita reale del PIL, secondo le stime della banca centrale, dovrebbe attestarsi nel 2013 al 5,5%, in rallentamento rispetto al 6,3% del 2012. A frenare la crescita è la dinamica negativa del prezzo del rame, principale commodity prodotta nel paese: la flessione delle quotazioni del minerale pesano sulle partite correnti, che per la prima volta in dieci anni dovrebbero registrare nel 2013 un saldo negativo. PETROLIO, DERIVATI La crescita della produzione di shale oil americano ha permesso alle raffinerie USA di accedere al greggio a prezzi più bassi rispetto alla concorrenza europea. A settembre la produzione statunitense è cresciuta di più del 5% rispetto all’anno precedente. La produzione europea è invece segnata dalle difficoltà di approvvigionamento provocate dal calo di produzione dei paesi africani (specialmente Libia e Nigeria) e risente dei prezzi più competitivi del prodotto americano. Per gennaio 2014 è stata annunciata la chiusura della filiale di Mantova della raffineria ungherese Mol (produzione pari a 55 mila barili al giorno), ultimo caso di chiusura per una produzione europea che dal 2008 si è ridotta di 1,7 milioni di barili al giorno. UCRAINA È stato esteso a tutte le aziende l’obbligo di rivendere il 50% degli introiti in valuta forte alla Banca Centrale. Il vincolo era già stato introdotto a fine 2012 per i soli esportatori, al fine di limitare la caduta delle riserve estere. La misura si è però rivelata insufficiente, visto il crollo delle riserve del 12% da inizio anno. È ipotizzabile che il governo adotti nuove misure di controllo sui capitali e sul mercato valutario. Il rischio di una crisi di bilancia dei pagamenti è esacerbato dalla decisione del paese di proseguire nelle trattative con l’UE aprendo un conflitto con la Russia, primo partner commerciale e principale fonte di approvvigionamento di gas. Senza un prestito ponte da parte dell’UE o del FMI è molto probabile una svalutazione della hryvnia. UNIONE EUROPEA - RUSSIA L’UE ha chiesto all’OMC di deliberare sull’imposta per il riciclo di autoveicoli stabilita dalla Russia (dovrebbe generare entrate per EUR 1,3 miliardi) ritenuta di natura protezionistica (in quanto colpisce i veicoli importati) e discriminatoria (perché sono esclusi i veicoli prodotti nell’Unione Doganale Euroasiatica). La disputa continua dopo il fallimento dei negoziati bilaterali cominciati nel luglio scorso, ad appena 11 mesi dall’ingresso della Russia nell’Organizzazione. L’importanza dell’iniziativa deriva dallo squilibrio commerciale che l’Unione europea ha con la Russia a causa delle importazioni di energia, bilanciato proprio dalle esportazioni di macchinari e veicoli per un valore annuo di 10 miliardi di euro.
| Pillole |
| Congo (Repubblica del): assegnato nuovo rating da parte di Fitch (B+) e Moody’s (BB-)
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| A cura dell’Ufficio Studi Economici e-mail: ufficio.studi@sace.it |
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IEA “Southeast Asia Energy Outlook” “Southeast Asia is, along with China and India, shifting the centre of gravity of the global energy system to Asia”. La International Energy Agency (IEA) ha pubblicato il Southeast Asia Energy Outlook. Di seguito le principali indicazioni.
Nel 2011 la domanda di energia nei paesi ASEAN1 era di circa 550 Mtoe (million tonnes of oil equivalent), il 4,2% della domanda mondiale. Il consumo di energia nella regione dovrebbe aumentare dell’83% nel periodo 2013-2035, raggiungendo i 1000 Mtoe. A fare da driver saranno i) il sensibile incremento degli standard di vita (il PIL pro capite dovrebbe passare da USD 3.700 nel 2011 a USD 8.700 nel 2035), ii) il crescente tasso di urbanizzazione e industrializzazione, iii) un maggiore accesso all’elettricità (attualmente l’utilizzo pro capite di energia è molto basso, in parte perché oltre 1/5 della popolazione non ha accesso all’elettricità).
Figura 1: domanda di energia dei paesi ASEANLa regione continuerà a dipendere dal consumo di energia da fonti fossili, che rappresenterà l’80% della domanda di energia primaria nel 2035 (76% nel 2011). La domanda di petrolio aumenterà progressivamente dai 4,3 milioni di barili al giorno (mb/g) del 2011 ai 5,4 mb/d del 2020 e ai 6,8 mb/g del 2035. L’area sarà sempre più dipendente dalle importazioni dioil, dal momento che la produzione di petrolio, attualmente pari a 2,5 mb/g, si attesterà a 1,7 mb/g nel 20352, e sarà insufficiente a soddisfare i consumi. Nel 2035 l’import di oil sarà superiore ai 5 mb/g (dagli 1,9 mb/d del 2011), rendendol’area il quarto importatore mondiale dopo Cina, India e Unione Europea. Tale dipendenza strutturale dall’import espone la regione a possibili interruzioni nella fornitura; inoltre la volatilità del prezzo del petrolio, associata alla presenza di sussidi all’industria petrolifera in alcuni paesi dell’ASEAN (la IEA stima pari a USD 51 miliardi nel 2012, per il totale delle fonti fossili) potrebbe comportare un aumento dei costi.
La regione continuerà ad essere un importante player nel mercato globale del carbone: si stima che le riserve totali dell’area siano pari a 27,9 miliardi di tonnellate (il 2,7% delle riserve globali), una quantità sufficiente a sostenere gli attuali tassi produttivi per i prossimi 80 anni. La maggior parte delle riserve sono localizzate in Indonesia (uno dei principali paesi produttori ed esportatori a livello mondiale), ma anche altri paesi, come il Vietnam, stanno progressivamente incrementando la propria produzione. La produzione di carbone nel 2011 era pari a 348 Mtce (Metric Tons Carbon Equivalent), con l’Indonesia che rappresenta l’85% dell’output regionale. La IEA prevede un incremento della produzione di carbone del 2,5% medio annuo fino al 2035 (616 Mtce). La crescita sarà guidata principalmente dalla domanda interna e, in misura minore, dalle esportazioni che raggiungeranno i 220 Mtce entro il 2035.
Il settore elettrico rappresenterà il 52% dell’incremento della domanda di energia nella regione fino al 2035. Si stima che il consumo finale di elettricità crescerà ad un tasso medio annuo del 4,2%, spinto dalla maggiore domanda proveniente dalcomparto residenziale (i segmenti industriale e dei servizi registreranno invece tassi di crescita più contenuti). La generazione di elettricità crescerà dai 696 terawatt/ora (TWh) del 2011 ai 1.900 TWh nel 2035. Tutte le fonti utilizzate per la generazione di elettricità aumenteranno nel mix in valore assoluto, ad eccezione del petrolio.Le fonti fossili rimarranno predominanti, rappresentando il 78% delle fonti utilizzate nel 2035, sebbene si osserverà un incremento dell’utilizzo di fonti rinnovabili, e in particolare di idroelettrico, che passeranno dal 14 al 20%.
Alla luce del crescente ruolo del settore energetico dell’ASEAN, diviene centrale la necessità di attrarre nuovi investimenti volti ad assicurare l’efficienza, la sostenibilità e la sicurezza energetica. La IEA stima che gli investimenti necessari allo sviluppo delle infrastrutture energetiche saranno pari a USD 1.700 miliardi fino al 2035.
Il settore energia è una componente importante dell’attività di SACE, col comparto oil&gas che pesa per il 70% circa del portafoglio in Asia-Pacifico. SACE ha supportato le esportazioni di società italiane per importanti progetti di liquefazione del gas naturale (Papua New Guinea LNG) e di raffinazione del petrolio (Nghi Son Refinery Project in Vietnam). Restano positive le prospettive di business nell'area.
1 Brunei Darussalam, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam. 2 Per via del calo della produzione nei principali giacimenti in essere.
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A cura dell’Ufficio Studi Economici Tiziano Spataro e Ludovica Matarazzo sono a disposizione per eventuali chiarimenti e-mail: ufficio.studi@sace.it |
India, la rupia debole rallenta l’acciaio indiano Un rallentamento annunciato L’economia indiana ha registrato nel 2012 il tasso di crescita del PIL peggiore degli ultimi dieci anni, pari al 5%. Mentre il trend al ribasso di produzione industriale e investimenti continua dal 2011, il rallentamento del 2012 è stato esacerbato da un calo del settore servizi, una contrazione delle esportazioni, una riduzione della spesa pubblica (attuata nella seconda metà del 2012 con l’obiettivo di contenere l’elevato deficit fiscale) e un indebolimento dei consumi privati (a causa degli elevati tassi di interesse e della crescente inflazione). Il Q2 2013 (giugno 2013) ha chiuso con una crescita del 4,4% a/a, in linea con il tasso previsto su base annuale per il 2013.
Rupia sotto pressione e risposta della Banca Centrale In seguito all’annuncio da parte della Fed di un softening della politica monetaria espansiva americana, l’India ha subito una riduzione degli afflussi di capitali esteri1. La valuta è stata oggetto di pressioni che hanno portato a un deprezzamento nei confronti del dollaro USA (-19% contro il dollaro da maggio 2013), causando di conseguenza un nuovo aumento dell’inflazione (WPI pari a 5,8% a luglio 2013). Questo effetto è stato amplificato dai problemi strutturali che caratterizzano il paese: elevato deficit di parte corrente (stimato al -4,9% del PIL per il 2013), dipendenza dalle importazioni di materie prime ed energia, economia demand-led. La crescita dell’inflazione potrà causare un’inversione nella politica monetaria che, a partire da gennaio 2013, aveva intrapreso un percorso di graduale allentamento per favorire la crescita. Il deflusso dei capitali esteri, l’aumento del deficit di parte corrente (a cui ha contribuito negli ultimi mesi del 2012 l’acquisto di oro da parte della popolazione locale) e gli interventi della Banca Centrale a difesa della valuta (in particolare a partire da maggio 2013), hanno determinato una graduale erosione delle riserve in valuta estera, che restano comunque ad un livello adeguato (copertura di circa 6 mesi di import). La Reserve Bank of India, guidata dallo scorso agosto dall’economista Raghuram Rajan, ha recentemente attuato alcune misure per porre rimedio al deprezzamento della valuta e che possano stimolare la crescita: i) imposizione di alcune restrizioni all’acquisto di oro2, ii) minori ostacoli all’apertura di filiali bancarie (norma che dovrebbe entrare in vigore a gennaio 2014), iii) la possibilità per le banche domestiche di effettuare swap sui depositi FCNR3 a tassi agevolati4, riducendo, così, il costo dell’hedging, iv) innalzamento del limite di indebitamento in valuta estera: le banche potranno, ora, prendere a prestito fino al 100% del tier 1 capital (precedentemente la soglia era fissata al 50%). Queste misure dovrebbero incentivare i depositi in valuta estera e permettere alla banca centrale di aumentare le proprie riserve in valuta forte. Allo stesso tempo, però, espongono il sistema bancario e la banca centrale stessa al rischio di notevoli perdite nel caso si dovesse verificare un ulteriore marcato deprezzamento della valuta locale. L’impatto del deprezzamento della valuta L’impatto del deprezzamento della rupia sul costo del servizio del debito può essere considerato contenuto, in quanto solo l’8% del debito pubblico è denominato in valuta estera. Di questo il debito sovrano in valuta estera ammonta a 81,7 US $/mld (pari a circa il 4,4% del PIL), il 53% del quale nei confronti di multilaterali e per la quasi totalità a lungo termine. L’indebitamento in valuta estera del settore privato indiano rappresenta, a livello aggregato, circa il 15% del PIL (circa 290 US $/mld). I bilanci delle imprese con un elevato debito in valuta estera e di quelle aziende che, per necessità produttive, importano materie prime6, sono i più esposti alle conseguenze della fluttuazione del tasso di cambio (come ad esempio le imprese del settore della raffinazione di prodotti petroliferi). Anche le imprese del settore dell’acciaio hanno la necessità di importare energia e alcune materie prime come il coking coal7. Il forte deprezzamento della rupia, aumentando il costo delle importazioni, avrà quindi un impatto sui costi di approvvigionamento. Il minerale di ferro (iron ore, principale componente dell’acciaio), invece, è importato solo in minima parte, poiché l’India è ricca di giacimenti. Una rupia debole avrebbe, quindi, un effetto limitato sul costo delle produzioni che utilizzano principalmente questa materia prima. Negli ultimi anni, però, molti giacimenti sono stati chiusi per via di alcune operazioni di estrazione illegali, in particolare nell’area di Karnataka8, Goa e Odisha. Questo sta creando una pressione al rialzo sui prezzi interni dell’iron ore, oltre ad alcuni problemi lungo la supply chain. Il settore sta, quindi, sperimentando un generale aumento dei costi di produzione. Per rispondere alla conseguente riduzione dei margini, alcune compagnie stanno aumentando il prezzo dei prodotti: SAIL, Essar Steel, Jindal Steel e Power and JSW Steel hanno aumentato i prezzi del 4-5% nel mese di settembre 2013, fino ad un massimo di 2500 rupie per tonnellata. Oltre all’effetto negativo sulla marginalità, il deprezzamento della valuta imp atta su quelle imprese che vendono i propri prodotti principalmente sul mercato domestico9 e che hanno un indebitamento in valuta estera sensibile10, poiché saranno costrette a rimborsare quote di capitale e interessi più elevate La politica dei dazi Il Directorate General of Foreign Trade nel 2013 ha ridotto i dazi all’import di acciaio11(destinato allo sviluppo infrastrutturale) per rispondere ad un’offerta inadeguata a soddisfare la domanda interna12. Ciò ha sollevato preoccupazioni da parte dell’industria siderurgica indiana che soffre di un maggiore costo delle materie prime (infra) e della debole domanda domestica. Inoltre la nuova proposta governativa di ridurre le barriere tariffarie all’export di iron ore (dal 30% al 20%), unita al vantaggio competitivo derivante dalla rupia debole, potrebbe incentivare le imprese minerarie indiane ad esportare la materia prima piuttosto che destinarla al mercato domestico, costringendo le acciaierie indiane ad importare maggiori quantità di minerale di ferro (a costi superiori). Alla luce di queste considerazioni, l’outlook del settore dell’acciaio indiano rimane incerto. Il tasso di crescita della produzione domestica sarà contenuto a causa degli effetti descritti in precedenza. Dal lato della domanda, il settore delle costruzioni e le infrastrutture sostenuti dai piani di urbanizzazione e dai progetti infrastrutturali previsti dal 12° piano quinquennale (2012-17), fungeranno da driver di crescita. Secondo Morgan Stanley, il tasso di crescita medio del consumo di acciaio nel periodo 2013-2017 sarà del 7,9% (8,1% per i prodotti piani e 7,7% per i lunghi). Nonostante ciò il recente peggioramento della congiuntura e la volatilità del contesto operativo, potrebbe far rivedere queste previsioni al ribasso. 1 In particolare la SEBI (Securities and Exchange Board of India) riporta un deflusso di capitali esteri da parte di investitori istituzionali (FII) pari a circa 10 $/mld tra giugno e luglio 2013. 2 Il 20% delle importazioni di oro devono essere effettuate per soli fini di export. L’oro deve essere conservato in magazzini doganali e sono permesse importazioni solo dopo che almeno il 75% dell’oro stipato nei magazzini è stato esportato. 3 Foreign Currency Non Resident deposit. 4 La Banca Centrale ha concesso alle banche la possibilità di effettuare currency swap ad un tasso agevolato fisso del 3,50% (contro il 8-9% del tasso praticato sul mercato) sui FCNR deposit per l’intera durata del deposito. 5 IDA, IBRD, Asian Development Bank. 6 La quota delle importazioni sul PIL indiano è cresciuta notevolmente: nel 2003 valevano il 15% del PIL, mentre oggi valgono il 32% del PIL. 7 L’India importa un’ingente quantità di coking coal (circa il 60% del fabbisogno): nel 2012 le importazioni sono state pari a circa 31 milioni di tonnellate, una quantità che dovrebbe raggiungere i 40 Mt nel 2015 (fonte Ernst&Young). 8 Secondo Morgan Stanley: “We do not expect iron ore supplies in Karnataka to be meaningfully restored, which in turn should limit capacity utilizations for JSW”. 9 Queste aziende sostengono, infatti, parte dei costi in valuta estera, mentre fatturano in valuta locale. A parità di volumi questo mismatch provoca un aumento dei costi. 10 Il debito in valuta estera rispetto al debito totale è pari al: 36% per Bhushan, 85% per ISMT, 51% per SAIL, 43% per Tata Steel (fonte Fitch). 11 http://steel.gov.in/Quality%20Control%20Order.htm 12 Nel 2012 il consumo di acciaio è stato superiore alla produzione, rendendo l’India un importatore netto di crude steel; in particolare dalla Corea del Sud e dal Giappone con cui il governo ha stipulato un Free Trade Agreement, che prevede tariffe doganali agevolate su alcuni prodotti siderurgici.
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A cura dell’Ufficio Studi Economici Giovanni Salinaro e Tiziano Spataro sono a disposizione per eventuali chiarimenti e-mail: ufficio.studi@sace.it | |||
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REPORT LUGLIO
CINA/SVIZZERA I governi svizzero e cinese hanno firmato un accordo di libero scambio che disciplina il commercio di prodotti industriali ed agricoli. Il trattato, che entrerà in vigore nel 2014, prevede anche una revisione della regolamentazione in materia di proprietà intellettuale e barriere commerciali non tariffarie, come i sussidi agli investimenti. Con l’entrata in vigore dell’accordo, il 20% delle merci scambiate vedrà la completa abolizione delle tariffe doganali, mentre un ulteriore 40% osserverà una progressiva riduzione nel corso dei prossimi cinque anni. A beneficiare dell’accordo, secondo le rispettive rappresentanze diplomatiche, saranno le industrie alimentare, farmaceutica e meccanica svizzera e quella dell’abbigliamento e calzature cinese. |
CUBA Il governo vuole accelerare il processo di liberalizzazione economica, iniziata da Castro nel 2008, rivedendo la regolamentazione delle imprese di stato, per migliorare la performance economica del paese. A partire dal 2014 le imprese pubbliche di grandi dimensioni come Cubaniquel e Cubapetroleo potranno trattenere il 50% dei loro profitti, stabilire autonomamente i livelli salariali, e altop management sarà concessa più indipendenza. La riforma consentirà anche il fallimento delle imprese statali non redditizie, liberando così lo stato dall’obbligo di intervenire in loro aiuto. È prevista inoltre maggiore autonomia anche per le joint-venture con investitori stranieri. |
FMI Nell’update del Global Economic Outlook il FMI taglia le stime di crescita dell’economia mondiale per il 2013, dal +3,3% al +3,1%. Anche le stime per il 2014 sono state ridimensionate al +3,8%, rispetto al +4%. Il taglio riflette le aspettative sul protrarsi della recessione in Europa (PIL -0,6% nell’anno in corso) e sul ridimensionamento della performance economica nei paesi emergenti, in particolare Cina e Brasile, che cresceranno rispettivamente del 7,8% e del 7,7% rispetto all’8,1% e all’8,3% precedentemente stimati. Elementi di attenzione rimangono il livello crescente dei tassi di interesse a livello globale e la riduzione del prezzo delle commodity, per cui si prevede una ulteriore contrazione del 4-6%. |
GRECIA La Troika ha approvato una nuova tranche di aiuti, da EUR 4,8 miliardi, nell’ambito del programma di salvataggio del paese. Il successo delle negoziazioni riduce il rischio di breve periodo nel paese, legato alla scadenza, ad agosto, di bond detenuti da investitori privati per un valore di EUR 2,2 mld. In cambio del finanziamento, il governo greco dovrà implementare una serie di misure stringenti, tra le quali il controllo della spesa nel settore sanitario, l’accelerazione della riforma tributaria e della riorganizzazione della pubblica amministrazione. Il paese dovrà inoltre rafforzare ulteriormente il proprio settore finanziario. |
KENIA Un pool di banche e agenzie di sviluppo ha finanziato il progetto Triumph per la produzione di energia elettrica in Kenia. Il progetto, che dovrebbe essere completato nel 2014, prevede la costruzione di un impianto con potenza 83MW, nell’ambito di un piano di sviluppo promosso dal governo che si propone di aggiungere capacità per 600 MW alla rete nazionale. Standard Bank e Commercial Bank of China finanzieranno i lavori con un prestito di USD 102,5 milioni. A garantire il credito, la Multilateral Investment Guarantee Agency (MIGA), l’agenzia della Banca Mondiale che si occupa dell’assicurazione del rischio politico. Il progetto segna un’assoluta novità, essendo la prima occasione in cui la Banca Mondiale interviene a sostegno di una società cinese. |
RINNOVABILI Due dei più rilevanti progetti nel settore delle energie rinnovabili nel Mediterraneo sono stati abbandonati. La Desertec Industrial Initiative, che prevedeva l’istallazione di impianti solari per un’estensione di 10.400 km2 nell’area MENA, e il Project Helios, che destinava 200 km2 nell’isola di Creta al fotovoltaico, sono stati abbandonati sulla base di considerazioni congiunturali, quali ilrallentamento dei consumi elettrici in Europa (verso cui la produzione sarebbe destinata) per effetto della crisi economica, e problemi strutturali, come l’inadeguatezza della rete infrastrutturale necessaria a trasportare l’energia prodotta e la mancanza di supporto finanziario allo sviluppo di entrambi i progetti. |
SLOVENIA Il parlamento ha approvato la privatizzazione di cinque società statali, prevedendo così entrate per EUR 1 miliardo. Le compagnie interessate sono Telekom Slovenia (partecipata per il 75% dallo Stato), la banca Nova BKM, la compagnia aerea nazionale Adria Airways, la compagnia che gestisce l'aeroporto di Lubiana e la società produttrice di vernici Helios. Con la manovra il governo intende reperire fondi eccezionali per far fronte al salvataggio del sistema bancario, fortemente colpito dall'aumento dei crediti inesigibili che stime iniziali hanno quantificato attorno ai EUR 7 miliardi, seguiti alla crisi del settore immobiliare che ha colpito il paese nel corso del 2012. |
VENEZUELA La Banca Centrale ha annunciato una riforma del SICAD, l’attuale sistema di cambio complementare a CADIVI, introdotto lo scorso marzo. La misura dovrebbe rendere il sistema più flessibile, estendendo l’attuale meccanismo d'asta di dollari alle transazioni cash e ai titoli di stato denominati in valuta statunitense. Il nuovo sistema consentirà la partecipazione all’asta anche delle persone fisiche, oltre che alle imprese. I dollari venduti all’asta provengono dal National Development Fund (Fonden), fondo pubblico su cui transitano parte dei ricavi provenienti dall’esportazione di petrolio e che finanzia programmi sociali e di sviluppo. La manovra dovrebbe favorire l’accesso per gli operatori locali alla valuta forte, la cui scarsità sta determinando la carenza di beni di importazione. |
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SHIPPING La Commissione Europea ha proposto un atto legislativo che impone alle navi di dimensioni superiori alle 5mila tonnellate di portata lorda che attraccano nei porti dell’UE di monitorare e comunicare le emissioni di anidride carbonica. A bordo delle navi dovrà essere detenuto un documento di conformità, rilasciato da un verificatore indipendente, che potrà essere verificato dalle autorità degli Stati membri. La proposta di regolamento, che sarà ora esaminata da Parlamento e Consiglio europeo, prevede che queste norme siano applicate a partire dal 1º gennaio 2018. Il nuovo sistema dovrebbe ridurre le emissioni di CO2 fino al 2% rispetto alla situazione attuale e abbattere i costi netti per gli armatori per un importo pari a EUR 1,2 miliardi entro il 2030. | |||||
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ALBANIA Il primo ministro Sali Berisha ha ammesso la sconfitta alle elezioni parlamentati, aprendo la strada al passaggio di poteri in favore del Partito Socialista, guidato da Edi Rama. La sinistra ha conquistato la vittoria con il 53% dei voti, in un turno elettorale caratterizzato da una scarsa affluenza (circa il 50% dell’elettorato). Il partito Socialista, in coalizione con il Movimento Socialista per l'Integrazione Minore, ha ottenuto 84 dei 140 seggi, il che non assicura a Rama il controllo dei due terzi del parlamento necessario per affrontare le riforme strutturali raccomandate dall’UE: riforma anti-corruzione, misure per accelerare il sistema giudiziario, manovre di stimolo per i settori turistico e agroalimentare. |
ANGOLA Con quasi due anni di ritardo rispetto al programma originale, l'impianto di liquefazione in Angola ha appena completato il suo primo carico di gas naturale liquefatto (GNL). Con una capacità di liquefazione di 5,2 milioni di tonnellate di GNL all'anno, l'impianto, costato circa USD 10 miliardi, fornirà 3,5 milioni di metri cubi al giorno di gas naturale per il mercato locale. L'Angola è il secondo paese africano per la produzione di gas naturale, dopo la Nigeria, e ha una capacità totale stimata di 23,5 milioni di tonnellate l’anno. Tra il 2015 e il 2018 si prevede nel paese l’entrata in funzione di quattro impianti australiani (Gorgone, Curtis Queensland, Australia Pacifico, Gladstone) la cui produzione (60 mln/ton) sarà destinata principalmente al mercato asiatico. |
BAHREIN Il parlamento ha approvato il bilancio 2013/2014, con un aumento della spesa pubblica (+11% rispetto allo scorso anno) legato all’incremento del 15% degli stipendi dei lavoratori statali, che dovrebbe contribuire a ridurre le tensioni sociali. Il governo ha ricevuto a maggio la raccomandazione del FMI a tenere sotto controllo le finanze pubbliche, al fine di preservare la sostenibilità del debito. Laperformance economica del paese è legata al settore petrolifero, e in particolare al giacimento di Abu Safa, che condivide con l’Arabia Saudita, e che da solo contribuisce per circa il 70% alle entrate statali. |
COSTA RICA Lo sciopero nazionale sostenuto da sindacati e associazioni di categoria sta creando forti disagi su tutto il territorio nazionale. L’agitazione, inizialmente indetta contro la concessione da parte del governo di appalti per infrastrutture a società private e straniere, si è estesa in una più ampia contestazione contro la corruzione del governo. Le proteste hanno coinvolto anche l’opposizione ambientalista sul tema della gestione del settore minerario. La portata della protesta evidenzia l’insofferenza dell’opinione pubblica nei confronti del governo della presidente Chinchilla, che potrebbe non essere riconfermata alle elezioni presidenziali del 2014. |
CROAZIA La BERS ha pubblicato la nuova strategia per la Croazia per il 2013-16, a seguito dell’adesione del paese all'UE, dal 1°luglio 2013. Tra le priorità individuate, il finanziamento agevolato per le PMI, la facilitazione dell’accesso al paese dei capitali stranieri e la riforma dellagovernance nel settore pubblico. Inoltre si sottolinea l’importanza di privilegiare i programmi in grado di usufruire dei Fondi strutturali europei. Attualmente la BERS sostiene nel paese 149 progetti, con investimenti pari a EUR 2,75 miliardi di cui EUR 24 mln nel 2013. |
FILIPPINE Il presidente Aquino ha firmato la legge che estende la copertura del servizio sanitario a tutto il territorio nazionale. Attualmente le aziende private sono obbligate a garantire un’assicurazione sanitaria ai propri dipendenti, mentre lo Stato garantisce la copertura per le fasce di popolazione a più basso reddito; di fatto, però, l’accesso alla sanità pubblica è ancora molto limitato. La spesa sanitaria del paese è aumentata dallo 0,2% del PIL nel 2010, al 4,4% nel 2011. Le disposizioni imposte dalla nuova legge peseranno sul budget per USD 306,8 milioni, parte dei quali finanziati dagli introiti derivanti dalla “Sin tax”, l’imposta su tabacco e alcool, anch’essa introdotta di recente. |
IRLANDA/PORTOGALLO L’UE ha concesso più tempo a Irlanda e Portogallo per il ripagamento dei prestiti erogati nell’ambito dei programmi di salvataggio adottati dai due paesi. La dilazione prevede un’estensione di 7 anni rispetto alla data di scadenza media dei prestiti, e sarà applicata a EUR 22 miliardi degli EUR 85 mld del complessivo bailout per l’Irlanda; per il Portogallo interesserà EUR 26 miliardi del pacchetto da EUR 78 mld. Le previsioni di crescita del PIL nel 2013 per i due paesi, che hanno entrambi risentito duramente della crisi seppur con modalità diverse, sono di 0,5% per l’Irlanda (0,9% nel 2012) e -3% per il Portogallo (-3,3% nel 2012). |
ISRAELE Il premier Netanyahu ha nominato Jacob Frenkel, presidente della società di servizi JPMorgan, nuovo governatore della Bank of Israel (BoI). Frenkel, già governatore della BoI nel periodo 1991-2000, durante il suo primo mandato ha guidato la liberalizzazione del sistema finanziario rendendo il mercato dei capitali israeliano più integrato nel sistema finanziario globale e puntato al contenimento dell’inflazione. Non si attendono cambiamenti profondi in termini di politica monetaria rispetto all’approccio del precedente governatore Fisher, più orientato al contenimento dei tassi di interesse (attualmente all’1,25%) per stimolare la crescita che al controllo dell'inflazione (che ha superato il target range dell’1-3%). |
LETTONIA Alcune aziende russe hanno presentato un’offerta di acquisto per Liepajas Metalurgs, una delle principali industrie metallurgiche del paese, in forte difficoltà dal 2012. Le proposte dai potenziali acquirenti sono attualmente al vaglio dei consulenti finanziari dell’azienda e dovranno essere concordate con il governo lettone (principale creditore dell’azienda principalmente attraverso l’azienda elettrica nazionale e alcune banche pubbliche). I rapporti tra gli azionisti dell’azienda e il governo sono molto tesi a causa di alcune presunte irregolarità finanziarie nella gestione della Liepajas su cui sono in corso indagini. |
LIBANO Il presidente Suleiman ha invitato il movimento sciita Hezbollah a ritirare il suo supporto alla Siria, sottolineando che ogni ulteriore coinvolgimento nella guerra civile siriana potrebbe incrementare l'instabilità in Libano, infiammando le rivalità settarie e ampliando le divisioni tra le forze politiche. L’attuale conflitto in Siria e il deterioramento del livello di sicurezza hanno un impatto negativo sull’economia libanese, in particolare sul settore del turismo (in numero dei turisti è diminuito -13% nei primi 5 mesi del 2013) e sulsentiment degli investitori, oltre che sulle finanze pubbliche, gravate dall'afflusso crescente di profughi siriani (pari al 20% della popolazione libanese). |
LIBIA Il Congresso Generale Nazionale (CGN), l'organo legislativo libico, ha eletto Nuri Abu Sahmain nuovo presidente, con 96 voti su 184.L’elezione di Sahmain, esponente della minoranza berbera (10% della popolazione libica), è stata la prima vittoria di un candidato sostenuto dal blocco islamico guidato dal Justice and Construction Party, braccio politico dei Fratelli Musulmani. L'ex presidente del parlamento, Mohamed Magarief, era stato costretto alle dimissioni il mese scorso in seguito all’approvazione della Political Isolation Lawche preclude a ex esponenti del regime di Gheddafi di ricoprire incarichi pubblici. |
MONGOLIA Come ci si attendeva, il presidente Elbegdorj è stato riconfermato per un altro mandato nel turno elettorale appena svoltosi, raccogliendo il 50,2% delle preferenze. La rielezione di Elbegdorj apre prospettive di continuità nella politica di governo, negli ultimi anni volta principalmente ad attrarre investimenti esteri nel paese, ma allo stesso tempo attenta a mantenere alto il livello di controllo pubblico sul settore minerario, un tema al centro della campagna elettorale del presidente. |
OIL & GAS Il Consorzio Shah Deniz ha scelto il gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) per il trasporto del gas naturale dall’Azerbaigian all’Italiapassando per Grecia e Albania. L’annuncio ufficiale è arrivato dal premier greco Samaras, che ha incontrato ad Atene i rappresentanti del consorzio composto da BP, Statoil, Total, Socar, LukAgip, e dalle iraniana NIOC e la turca TPAO. Viene così escluso il progetto Nabuccoche prevedeva il trasporto del gas in Europa attraverso Bulgaria, Romania, Ungheria e Austria e che è stato giudicato più costoso e meno efficiente, prevedendo un percorso per le pipeline più lungo di circa 500 km. |
RUSSIA/CINA La compagnia petrolifera Rosneft e il governo cinese hanno sottoscritto un accordo venticinquennale sulla fornitura di greggio russo per un importo pari a USD 270 miliardi, con un pagamento anticipato da parte di Pechino per un ammontare di circa USD 70 miliardi. L'accordo, firmato dal gruppo russo e dalla società statale China National Petroleum Corp alla presenza del presidente Putin, prevede la fornitura di 300.000 barili al giorno dal 2015, in aggiunta agli attuali 300.000 b/g, e prevede anche la costruzione congiunta della raffineria di Tianjin. L’accordo evidenzia il crescente interesse della Russia per il mercato asiatico che, a differenza di quello europeo, continua a mostrare tassi di crescita sostenuti e importanti opportunità di business. |
SLOVENIA Prosegue l’impegno del governo nel programma di privatizzazione necessario a evitare un salvataggio da parte delle istituzioni internazionali. L’esito di tale intervento è ancora incerto, dato lo scarso interesse internazionale che suscitano gli enti coinvolti. (es. Telekom Slovenia, Nova Kreditna Banka Moribor, etc.). La Commissione Europea dovrebbe inoltre dare approvazione finale altrasferimento dei non-performing loans dalle banche locali a una “bad bank”, la Company for Management of Bank Claims (DUTB). La DUTB dovrebbe raccogliere NPLs per un valore complessivo di EUR 3,3 miliardi, che rappresentano circa la metà dei NPLs presenti complessivamente nel sistema bancario sloveno. |
STANDARD & POOR’S L’agenzia di rating ha annunciato un nuovo servizio di valutazione del merito creditizio per le società di medie dimensioni in Europa(Mid-Market Evaluation).L'obiettivo è di avvicinare investitori al segmento delle medie imprese, grazie ad una maggiore trasparenza, facilitando l’accesso di tali imprese a fonti alternative di finanziamento, necessarie in parte per rifinanziare il loro debito e in parte per garantire i nuovi investimenti. Il servizio è rivolto a imprese con un fatturato inferiore a EUR 1,5 miliardi e un indebitamento inferiore a EUR500 milioni. La valutazione, compresa in una scala tra MM1 (più meritevoli di credito) a MM8 (meno meritevoli di credito), non sarà resa pubblica, se non con il consenso preliminare della società stessa. |
TERRITORI PALESTINESI Il presidente Abbas ha accettato le dimissioni del primo ministro Hamdallah, in seguito alla nomina da parte di Abbas di due vice-primi ministri con delega all’economia e agli affari internazionali, entrambi consiglieri speciali del presidente. Hamdallah ha contestato le nomine e criticato l’indebita interferenza da parte di Abbas nella gestione dell’esecutivo, motivazione alla base anche dei disaccordi tra il presidente e l’ex-primo ministro Fayyad, dimessosi ad aprile. La rinuncia all’incarico da parte di Hamdallah, mina la credibilità internazionale del presidente Abbas e frena le possibilità di riavviare i colloqui di pace con Israele entro la fine del 2013. |
UNCTAD Secondo il World Investment Report, nel 2012 gli investimenti diretti esteri (IDE) mondiali in entrata sono calati del 18% raggiungendo USD 1.350 miliardi. Per il 2013 le stime indicano livelli simili a quelli dello scorso anno e in crescita dal 2014, se le condizioni macroeconomiche miglioreranno e gli investitori riguadagneranno fiducia. Nel 2012 si registra il sorpasso delle economie emergenti su quelle avanzate: le prime hanno assorbito il 52% dei flussi di IDE. Cresce anche il loro ruolo di paesi investitori, portando gli IDE in uscita al 31% del totale mondiale (USD 426 mld). In Italia il flusso di IDE in entrata è crollato del 70% passando dai USD 34 mld del 2011 ai USD 9,6 mld del 2012, mentre gli investimenti in uscita hanno raggiunto gli USD 30 mld rispetto i 53 del 2011. |
YEMEN Continuano gli attacchi armati da parte dei gruppi jihadisti ai danni delle pipeline strategiche del paese. I ripetuti sabotaggi alle infrastrutture petrolifere, sia di matrice terroristica che legati alle rivendicazioni socio-economiche delle tribù in seguito a rivolta scoppiata nel 2011, impattano severamente sull’economia yemenita (le revenues petrolifere sono pari a circa il 70% delle entrate fiscali). La limitata capacità dell’iniziativa di Dialogo Nazionale in termini di risoluzione dei conflitti tribali e delle istanze secessioniste potrebbe condurre a un incremento degli episodi di violenza e l’estensione degli attacchi ad altri obiettivi strategici, nel settore dei trasporti, dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni. |